Fibromialgia: di cosa si tratta e da cosa è causata

Chi soffre di fibromialgia presenta un dolore cronico diffuso. Si tratta di un disturbo spesso di difficile diagnosi che comporta una convivenza con il dolore e che può causare disturbi psicologici come la depressione.

Cos’è la fibromialgia?

La fibromialgia si manifesta con un dolore di tipo muscolo-scheletrico diffuso, anche se spesso ha origine da una determinata sede; si possono associare problemi cognitivi, disturbi del sonno, ansia o depressione.

La fibromialgia affligge maggiormente soggetti adulti, donne (90% dei soggetti colpiti) ma può presentarsi anche in uomini  e negli adolescenti.

Questa patologia può presentarsi quindi ad ogni età ma è più frequente nei soggetti tra i 40 e i 60 anni

Quali sono le cause della fibromialgia?

Oggi non è semplice individuare quale sia la vera causa della fibromialgia. Si tratta, infatti, della combinazione di fattori genetici e ambientali. Ad esempio, cause scatenanti come un grave lutto familiare, potrebbero permettere l’insorgere di sintomi riconducibili alla fibromialgia stessa.

Tuttavia, è verosimile escludere una causa unica. La maggior parte dei pazienti, infatti, non identifica un singolo evento determinante.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Oggi non è semplice individuare quale sia la vera causa della fibromialgia. Si tratta, infatti, della combinazione di fattori genetici e ambientali. Ad esempio, cause scatenanti come un grave lutto familiare, potrebbero permettere l’insorgere di sintomi riconducibili alla fibromialgia stessa.

Tuttavia, è verosimile escludere una causa unica. La maggior parte dei pazienti, infatti, non identifica un singolo evento determinante.

Esistono però alcuni fattori in grado di intensificare i disturbi della malattia come:

  • lo stress generalizzato o legato a eventi come traumi o lutti;
  • affaticamento da lavoro;
  • cattiva qualità del sonno;
  • cambiamenti meteorologici in particolare il freddo e l’umidità.

La diagnosi

Per la formulazione diagnostica, devono essere soddisfatti, generalmente, 3 criteri:

  • Dolore diffuso in determinate aree del corpo;
  • Presenza di sintomi caratteristici quali: cefalea, sensibilità al tatto, disturbi della sfera affettiva, dolore facciale, lombalgia, rigidità muscolare, crampi o dolore addominale;
  • Durata di almeno 3 mesi;

Questi criteri clinici sono stati elaborati dall’American College of Rheumatology che comprendono un mix di dolori articolari e non classificati per gravità.

I sintomi della Fibromialgia sono molti e molto diversi fra loro ma possono essere comuni anche ad altre patologie, pertanto occorre procedere escludendo altre patologie. Vediamo i sintomi che non sono presenti nella Fibromialgia e che permettono di fare una diagnosi differenziale:

  • gonfiore delle articolazioni (presente nell’Artrite reumatoide);
  • rash cutaneo (presente in Lupus sistemico eritematoso);
  • ridotta mobilità della colonna vertebrale (presente nella Spondiloartrite);
  • deficit sensitivi o motori (presente nella Neuropatia).

In Italia la Fibromialgia è una delle patologie reumatiche più diffuse, dopo l’Artrosi, e colpisce circa 4 milioni di persone. Per questo motivo è necessario un consulto con un medico specialista in reumatologia per avere una diagnosi e valutare l’eventuale insorgere della malattia.

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