La metatarsalgia: sintomi e trattamenti
La metatarsalgia (il dolore ai metatarsi) indica uno stato doloroso che interessa le teste dei metatarsi.
Il metatarso è una parte dello scheletro del piede costituito da cinque ossa lunghe e sottili (chiamate, appunto, “ossa metatarsali”) situate tra le ossa tarsali (cioè le ossa che formano la caviglia) e le falangi.
La metatarsalgia è provocata dalla compressione del nervo plantare digitale o, in alternativa, da problemi di sovraccarico in presenza di avampiede rotondo e convesso.
Quali sono i fattori di rischio della metatarsalgia?
La metatarsalgia può interessare i soggetti sedentari. Il sovrappeso o l’obesità – infatti – sono importanti fattori di rischio, così come l’utilizzo frequente di scarpe con tacchi alti o che fasciano in modo troppo stretto il piede.
La metatarsalgia può colpire – però – anche gli sportivi, soprattutto quelli che praticano attività come il calcio, il baseball, il tennis o la pallacanestro.
Le cause della metatarsalgia
La metatarsalgia può essere biomeccanica o non biomeccanica.
In particolare, le metatarsalgie biomeccaniche sono provocate da uno squilibrio del carico dell’avampiede al suolo, che può essere causato da:
- Un’anomala lunghezza dei raggi metatarsali;
- Un’anomala posizione dei raggi metatarsali (come nel caso del cosiddetto “piede equino”);
- Un’anomala motilità dei raggi o rigidità di un’articolazione prossimale.
Le metatarsalgie non biomeccaniche (meno comuni), invece, sono causate da un interessamento infiammatorio articolare o para-articolare derivato sia da patologie sistemiche (come – ad esempio – l’artrite reumatoide, il diabete o il lupus eritematoso sistemico) sia da affezioni a carattere locale come, ad esempio, un’artrite settica o una patologia che interessa i nervi plantari (caso tipico è il neuroma di Morton).
I sintomi della metatarsalgia
Tra i sintomi della metatarsalgia rientrano:
- Dolore: nella fase acuta il dolore è talmente forte che persino il semplice cammino è particolarmente difficoltoso, mentre la corsa è addirittura impossibile. In alcuni casi, nel soggetto si strutturano delle anomalie di appoggio che sono finalizzate a evitare i punti che arrecano dolore;
- Callosità plantari a livello dei metatarsi centrali, espressione di un sovraccarico metatarsale localizzato;
- Ridotta sensibilità dell’avampiede.
La diagnosi della metatarsalgia
La diagnosi della metatarsalgia richiede un esame clinico molto attento e sono previsti, quindi, esami strumentali come:
- Radiografia;
- Ecografia, utile per valutare lo stato delle articolazioni e dei muscoli e nel sospetto di neuroma di Morton;
- Baropodometria, un test che consente di analizzare il piede anatomicamente e funzionalmente attraverso il rilievo delle pressioni da esso esercitate al suolo nella stazione eretta e nella deambulazione.
Come curare la metatarsalgia
Come curare la metatarsalgia è una delle domande più frequenti. In medicina esistono diversi metodi per trattare tale patologia, come:
- Curare l’eventuale patologia responsabile (per esempio, nel caso di un neuroma di Morton si consiglia un intervento chirurgico);
- Infiltrazioni nella zona interessata;
- Ortesi (plantare);
- Chirurgia percutanea, che consente la cura della metatarsalgia tramite piccole osteotomie di arretramento e sollevamento delle teste metatarsali dolenti;
- Riabilitazione, che prevede una ginnastica specifica e attività alternative alla corsa (per esempio nuoto o corsa in acqua).
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